A Cento il carnevale c’è dal 1600, come testimoniano alcuni dipinti del più famoso pittore locale, il Guercino. Dal dopoguerra ad oggi l’ingrediente principale di questo evento sono i magnifici carri allegorici preparati dalle società carnevalesche che si sfidano per il primo premio: piattaforme lunghe decine di metri e larghe fino a sfiorare i portici, tirate tradizionalmente con maestria da un trattore agricolo per le strette vie del centro storico, sulle quali a varie altezze sono costruite coloratissime maschere di cartapesta, così grandi che negli anni hanno raggiunto l’altezza dei vecchi palazzi. I carristi, indefessi progettisti e costruttori dei carri, lavorano incessantemente tutto il resto dell’anno per preparare il futuro carro, partendo da un bozzetto che con sapienza artigianale dovrà diventare un gigante di cartapesta. La tecnologia negli anni è entrata nel carnevale, ma soprattutto sotto forma di effetti presi dal mondo dello spettacolo: impianti per diffondere la musica sempre più potenti, luci mobili, movimentazioni delle maschere sempre più ardite e complesse. Il componente principale del carro, le realizzazioni in cartapesta, sono sempre state realizzate nel modo tradizionale, a partire da un’intelaiatura in ferro e legno, sulla quale viene applicata la cartapesta. Il lavoro e il tempo necessari per queste opere ha causato una a volte criticata compravendita di parti di carro, che venivano cedute da un carnevale a un altro per accelerare la costruzione dei carri. Tutto questo fino a quest’anno: grazie a un’idea di Paolo Zanarini, carrista fra i più attivi della società Mazalora, il carro che ha sfilato a Cento per il Carnevale 2016, dedicato a Ferruccio Lamborghini (nato nella vicina Renazzo) è stato il primo al mondo realizzato con tecniche di stampa 3D: la parte interna delle maschere è stata stampata e quindi in ossequio alla tradizione è stata ricoperta con cartapesta e rifinita con i colori. I vantaggi sono stati molteplici: è stato possibile realizzare una riproduzione in scala molto fedele per il bozzetto, si è potuto gestire al meglio il volume interno che fa da sostegno alla maschera, ma soprattutto si è prodotto il carro nei tempi previsti interamente nell’hangar della società Mazalora.
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